Negli ultimi anni è cresciuto a livello mondiale l’interesse per l’addestramento dei cani per la ricerca di persone scomparse, sotto a macerie o neve.
Si tratta di pratiche tutte diverse che richiedono una specializzazione dell’animale e dell’addestratore.
Nel caso di neve o macerie la ricerca è legata all’emanazione di odori da parte dei sepolti e pertanto le condizioni di ricerca sono determinate da
- Condizioni meteo esterne
- Presenza di vento
- Presenza di fumi o altri odori fori (es. carburanti)
- Presenza di altri animali sepolti
- Tempo trascorso dall’evento (se è poco l’odore potrebbe non essere ancora risalito, se troppo potrebbe essere disperso)
Quando si esegue una ricerca ci sono sempre moltissimi falsi positivi ma questo fa parte delle attività che il conduttore deve gestire.
Nel caso di ricerca di scomparsi i cani hanno due funzioni.
Se si tratta di terreni impervi o boschivi i cani, per la loro altezza, sono in grado di infilarsi in cespugli e sottobosco e quindi individuare eventuali persone o corpi.
Più difficile è la ricerca con odori perché la persistenza delle molecole dell’odore, oltre alle determinazioni precedenti, anche dall’estensione della ricerca.
Si parla spesso di “cani molecolari” ma si tratta di un termine giornalistico che non trova riscontro scientifico. Si identificano con questo termine cani particolarmente sensibili all’odore del sangue ovvero Bloodhound o Cane di Sant’Uberto (Chien de Saint Hubert). È un animale che se opportunamente addestrato è in grado di rilevare e segnalare la presenza anche minima di tracce di sangue. Queste tracce devono però essere a portata olfattiva che dipende dalle condizioni ambientali ma non può mai superare qualche metro.
Quando il cane sente l’odore del sangue diventa particolarmente concentrato al punto da non ascoltare i comandi dell’istruttore. Una volta identificato l’odore inoltre tende a spingere la ricerca fino in fondo.
Di conseguenza i “cani molecolari” servono a trovare resti umani e non scomparsi.